La disfagia è una difficoltà, più o meno severa, ad insorgenza postchirurgica o secondaria a danno cerebrale, per cui la normale deglutizione non si svolge in modo fisiologico. Il paziente disfagico necessita di particolari accorgimenti nella preparazione dei pasti e delle loro consistenze.
Si tratta di un problema che spesso accade in concomitanza con una disfunzione a carico dell’apparato digerente e per via di un transito del bolo, lungo le vie digestive superiori, non corretto.
A seconda della sede coinvolta, la disfagia può essere classificata come:


La cura della disfagia segue generalmente un approccio multidisciplinare, che vede l’intervento di specialisti in otorinolaringoiatria, foniatria, logopedia, nutrizione e gastroenterologia.
Il trattamento della disfagia è correlato alla causa che la provoca. Può variare a seconda che si abbia a che fare con una disfagia strutturale, una disfagia neurologica, una disfagia di origine ansiosa e così via.
Individuare il problema deglutologico è importante per prevenire le possibili complicanze.
Il paziente potrà essere istruito sul tipo di dieta da assumere e/o su quali alimenti evitare; oppure dovrà avvalersi di una alimentazione “alternativa” (sondino naso-gastrico o PEG) per periodi più o meno lunghi. In alcuni casi, si può trovare giovamento aumentando la frequenza dei pasti, limitando la quantità di cibo ingerito e tagliando i cibi solidi in piccoli pezzi. Può essere utile preferire cibi più semplici da deglutire ed evitare alcol, caffeina e tabacco, che contribuiscono ad acuire il reflusso gastroesofageo correlato alla disfagia.
Nel percorso di cura potrebbero essere indicati esercizi di rieducazione logopedica al fine di rinforzare la muscolatura linguale e/o orofaringea e imparare a eseguire correttamente i movimenti della deglutizione.
La diagnosi e la gestione della disfagia orofaringea, tipica del paziente anziano, richiedono un approccio multidisciplinare, che comprende il lavoro in equipe di infermieri, dietisti, logopedisti, nutrizionisti, neurologi, geriatri, fisiatri, gastroenterologi, otorinolaringoiatri, chirurghi, radiologi e farmacisti.
Particolarmente importante è il monitoraggio periodico dello stato nutrizionale e della funzionalità deglutitoria, per valutare l’efficacia dei trattamenti e l’evoluzione della sintomatologia.
Fondamentale è il ruolo dei familiari e del caregiver, sia nell’individuare i segni precoci della disfagia, che nel garantire l’aderenza ai vari percorsi terapeutici

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